Guida dell`antiquariato

Ceramiche Mondovì

Si presume che Benedetto Musso abbia iniziato l’attività di ceramista, forse come dipendente del
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Dottor Perotti, nei primissimi anni del 1800.

Uomo di mestiere, scrupoloso e preciso, scelse Carassone come base della sua industria.
Iniziò la sua produzione di piatti artistici con la classica decorazione dal blu vivace: le sue ceramiche sono conosciute in tutta Italia e all’estero, dai più importanti ed esigenti collezionisti anche grazie alle esportazioni che Musso fece negli anni della sua attività produttiva.

Alla morte del fondatore il 15 gennaio 1877, la fabbrica fu ereditata dal più giovane dei figli: Felice, che cambiò la ragione sociale in Ceramica Felice Musso, continuando la produzione monregalese di terraglia bianca, decorata a mano con i classici disegni e i vivaci colori che caratterizzano le ceramiche di Mondovì.
Anche Felice produsse terraglie stampate ottenendo eccellenti risultati, ma creò anche oggetti artistici importanti.

Nel 1883 gli operai della fabbrica erano circa 40. I prodotti di Felice Musso vennero venduti in tutta Italia e facilmente esportati in molte parti del mondo.
Anche per questo ancora oggi ambiti da importanti collezionisti.

Risalgono al Settecento le origini della tradizione della ceramica di Mondovì, caratterizzata prima di tutto dalle tipiche decorazioni a forma di gallo, ma anche a motivi floreali o paesaggistici.

Tre i motivi principali che hanno permesso nella zona della provincia di Cuneo, la nascita della ceramica di Mondovì: la massiccia presenza di argilla figulina nel territorio, la grande disponibilità di acqua necessaria come forza motrice, e quella altrettanto abbondante di legna, indispensabile per alimentare i forni in cui le maioliche monregalesi venivano cotte.

La storia della ceramica di Mondovì è antica e interessante: da molte testimonianze si sa che già alla fine del Seicento si potevano contare diverse fabbriche di maiolica a Mondovì, soprattutto nella campagna circostante.

Ma per parlare di un vero e proprio inizio della tradizione ceramica monregalese bisogna attendere il 1807, quando il medico Perotti diede il via alla produzione di manufatti in terra rossa invetriata.
Poco dopo, il savonese Benedetto Musso apre uno stabilimento di ceramica a Mondovì, subito seguito da Besio e dei fratelli Messa.

In breve, la ceramica di Mondovì diventa un elemento trainante nell’economia del territorio, e sorgono laboratori ceramici anche a Chiusa Pesio, Vicoforte-Moline e Villanova Mondovì.

La crisi, per la ceramica di Mondovì, arriva solo nella seconda metà del Novecento, dettata da un lato da una rivoluzione del gusto, visto che il mercato inizia a prediligere manufatti porcellanati, e, dall’altro, dalla concorrenza che arriva dai prodotti importati dell’Est.

Molte delle industrie ceramiche monregalesi chiudono negli anni Settanta, e la ceramica di Mondovì è costretta dagli eventi a recuperare le sue origini artigianali.

Una costrizione felice, che ha inaugurato una nuova stagione di successi per questa importante tradizione artigianale piemontese: nuove botteghe ceramiche hanno infatti aperto i battenti sul territorio di Mondovì, ponendosi come obiettivo quello di conservare e trasmettere quel patrimonio di cultura ed esperienza artistica che, senza di loro, andrebbe inesorabilmente smarrito.
Antichità il tempo ritrovato